martedì 10 gennaio 2012

Piattaforma di scambio e creazione di una comunità per il piano d'azione relativo all'eco-innovazione

Creare una piattaforma di scambio e la creazione di una comunità per sviluppare il piano d'azione relativo all'eco-innovazione. Questo l'oggetto di un bando di gara d'appalto finanziato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione europea. L'obiettivo del bando di gara è sviluppare una solida comunità e creare un efficiente piattaforma di scambio e di informazione per le parti interessate principali e i rappresentati degli Stati membri, e supportarne il lavoro con utili strumenti di comunicazione.
Il contratto potrà essere rinnovato per tre volte (in totale 48 mesi) e l'importo totale è quindi pari a 800 000 euro. Si possono candidare raggruppamenti di offerenti, con qualunque forma giuridica. Gli offerenti, dopo aver costituito un raggruppamento, devono presentare un'offerta congiunta a condizione che sia conforme alle regole della concorrenza. Il termine per l'invio delle domande di partecipazione è il 20 gennaio 2012.

Il capitolato d'oneri e i documenti relativi al presente bando possono essere scaricati dal sito web della direzione generale dell'ambiente.


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giovedì 25 agosto 2011

Atlante dell’Ecoinnovazione!!! Che aspettate a prenderlo?


Vi consigliamo questo libro, un atlante sull’ecoinnovazione che promette di esser davvero interessante a chi si interessi di sviluppo sostenibile
Una delle sfide più affascinanti di questo secolo riguarda la definizione e la messa in atto di modelli di produzione e consumo sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Lo sviluppo di modelli di produzione e consumo sostenibili risponde all’esigenza di indirizzare l’economia verso una maggiore compatibilità ambientale con produzioni che garantiscano basse emissioni di CO2, l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali e dell’energia, e la sostituzione delle sostanze tossiche e pericolose nei cicli produttivi. Inoltre,la promozione di una “economia verde” richiede uno sforzo creativo che permetta di ampliare l’attuale approccio orientato al miglioramento della compatibilità ambientale di singole attività produttive, favorendo l’integrazione delle diverse filiere produttive e corresponsabilizzando istituzioni e consumatori.
L’eco-innovazione di prodotto e processo richiede, infatti, di ampliare l’orizzonte di intervento: non solo l’adozione di soluzioni “end of pipe” e l’utilizzo di tecnologie pulite, ma anche la produzione, la distribuzione, l’utilizzo di un prodotto, un processo, un servizio o un metodo che sia nuovo per chi lo utilizza e che garantisca, durante tutto il suo ciclo di vita, la riduzione del rischio ambientale, dell’inquinamento e degli impatti connessi all’uso delle risorse (anche quelle energetiche) rispetto ad altre alternative rilevanti.
Quotidianamente inondati da parole come “ecologico” e “sostenibile”, è facile disorientarsi e chiedersi quali siano i criteri da adottare per produrre o scegliere prodotti che garantiscano un’elevata compatibilità ambientale.
Da questo disorientamento nasce l’idea di questo atlante: una guida a metodi, strumenti e casi studio per innovare la produzione e migliorare la consapevolezza di imprese e consumatori.
La stesura dell’atlante ha visto la partecipazione di numerosi compagni di viaggio che intendiamo sentitamente ringraziare. In primis Assoscai e la aziende associate: dal libro bianco di Assoscai sono derivate molte riflessioni e spunti per questo testo e le imprese associate hanno fornito diversi casi studio contenuti all’interno. I ricercatori e studiosi di diverse discipline che hanno accettato l’invito a contribuire al testo con le loro esperienze specifiche ed infine, gli studenti e i tesisti che con le loro domande e i loro elaborati hanno contribuito alla discussione sulla ecoinnoivazione.

martedì 21 giugno 2011

Ecoinnovazione: analisi dei progetti di prima applicazione commerciale


L' Agenzia esecutiva per la competitività e l'innovazione (EACI) della Commissione europea intende appaltare uno studio volto a valutare i risultati dei progetti di prima applicazione commerciale realizzati nel campo dell'ecoinnovazione, sia quelli ancora in corso che quelli già conclusi.
Dovranno essere fornite una serie di relazioni complete con una struttura adeguata, suddivise per priorità e settori/aree, come sono state presentate a suo tempo nei programmi di lavoro e nei bandi di gara del Programma Eco Innovazione ( parte del CIP). Lo studio dovrà contribuire a delineare i risultati in specifici settori quali ceramica, plastica & gomma, prodotti tessili, metalli, turismo, alimenti & bevande, materiali edili e prodotti edili. Analizzerà approfonditamente gli indicatori impiegati nel progetto, li aggregherà ed evidenzierà i risultati e gli impatti al fine di mettere a punto indicatori migliori di prestazioni ambientali ed economiche per i progetti di ecoinnovazione del Programma CIP.
Lo studio dovrà raccogliere e organizzare i dati relativi almeno all'intero campione di progetti dei bandi del 2008 e 2009, e trarre conclusioni in base agli accordi di sovvenzione, ai risultati selezionati dei progetti, ai questionari standardizzati e alle singole interviste condotte con i coordinatori di progetto. Il budget disponibile è pari a 285 000 euro , importo che proviene dal Programma Competitività e Innovazione (CIP). Si possono candidare raggruppamenti o consorzi di imprese, con qualunque forma giuridica. Il termine per il ricevimento delle offerte è il 21 giugno 2011.
Tutta la documentazione utile per la presentazione di un progetto è disponibile nel sito ufficiale della Commissione europea.
Fondamentale controllare in questo sito eventuali avvisi o integrazioni alla documentazione .





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mercoledì 1 giugno 2011

Invito Eco Innovation 2011


La Commissione ha dato il via all'invito a presentare progetti CIP Eco Innovation per il 2011. Il budget disponibile è pari a 36 milioni di euro. "CIP-Eco INNOVATION" intende finanziare progetti riguardanti la prima applicazione commerciale di tecniche, processi o prassi innovativi o eco-innovativi di interesse comunitario la cui dimostrazione è già stata conclusa con successo, ma che a causa dei rischi residui, non sono ancora penetrati nel mercato in maniera significativa.
Quando l'Ue parla di "Eco-innovazione" si riferisce a "qualsiasi forma di innovazione che mira a un significativo e dimostrabile progresso verso l'obiettivo dello sviluppo sostenibile, attraverso la riduzione dell'impatto sull'ambiente e di un uso responsabile ed efficiente delle risorse naturali, compresa l' energia ".
In base all'invito a presentare proposte "CIP Eco- Innovation 2011", sono disponibili fondi per nuovi progetti nei seguenti settori prioritari: "riciclaggio dei materiali", al fine di ridurre il più possibile l'impatto dei rifiuti per quanto riguarda l'ambiente e la salute umana ; "prodotti sostenibili per la costruzione", settore nel quale è fondamentale puntare sempre di più su prodotti eco sostenibile; "prodotti alimentari e bevande"; "acqua" e "business verde". La novità di questo invito è l'inserimento tra i settori prioritari della risorsa " acqua " . Tra i progetti che verranno finanziati figurano i processi e le tecnologie per ridurre il consumo dell'acqua di almeno il 30% e soluzioni innovative per la depurazione e il trattamento delle acque.
Sono particolarmente ben accolte le domande delle piccole imprese che trattano prodotti o servizi ecologici che hanno bisogno di essere sostenuti per penetrare sui mercati. Le domande possono essere inviate fino al 8 settembre 2011 . L'invito è rivolto in particolare alle PMI che hanno sviluppato un prodotto, un processo o un servizio ecologico, tecnicamente collaudato, ma che stenta ancora a collocarsi sul mercato. L' invito propone un cofinanziamento diretto, con sovvenzioni che finanziano fino al 50% del costo totale del progetto.
I 36 milioni di euro di fondi disponibili – provenienti , ricordiamo, dal Programma Competitività e Innovazione (CIP) - per le domande del 2011 dovrebbero consentire la realizzazione di circa 50 nuovi progetti . I progetti verranno scelti in base al loro approccio innovativo, al loro potenziale di replica sul mercato e al loro contributo alle politiche ambientali europee, specialmente in termini di efficienza delle risorse. La loro durata non dovrà essere superiore ai trentasei mesi . Tutta la documentazione utile per la presentazione di un progetto è disponibile nel sito ufficiale della Commissione europea.
Fondamentale controllare in questo sito eventuali avvisi o integrazioni alla documentazione .

lunedì 21 marzo 2011

Solare termodinamico: la tecnologia italiana esportata all'estero

L’ENEA coordinerà in Egitto lo sviluppo di un impianto pilota dimostrativo Solare Termodinamico, nell’ambito del progetto MATS (Multipurpose Applications by Thermodynamic Solar), finanziato dalla Commissione Europea con circa 12,5 milioni di euro. La realizzazione dell’impianto prevede la partecipazione delle industrie nazionali: Tecnimont KT, Ronda HT,  Archimede Solar Energy; e di industrie egiziane: Orascom, Delft Environment;  oltre a partner internazionali di ricerca.
Una volta in funzione, la centrale è in grado di generare 1 MW di potenza elettrica e 4 MW di potenza termica e di produrre circa 250 metri cubi al giorno di acqua dissalata. Il  progetto sarà avviato nel 2011 e avrà una durata di quattro anni.
La realizzazione dell’impianto rappresenta il risultato più significativo della collaborazione tra Italia ed Egitto, a seguito degli eventi dell’Anno Italo-Egiziano della Scienza e della Tecnologia.
Il progetto MATS nasce dalla tecnologia del Solare Termodinamico ENEA, già utilizzata nell’impianto Archimede, recentemente inaugurato dall’Enel a Priolo Gargallo (SR).
Obiettivo è lo sviluppo di un innovativo impianto di conversione di fonti rinnovabili per produrre elettricità, calore, raffreddamento ed acqua dissalata. Tale tecnologia risulta particolarmente adeguata per i Paesi dell’area mediterranea, come l’Egitto, che sono caratterizzati da un elevato livello di irraggiamento solare e di fabbisogno di acqua dissalata.


 

sabato 29 gennaio 2011

No nucleare!! Si fusione fredda

Di fusione nucleare fredda si parla da decenni, un po’ come se fosse il Sacro Graal: una leggenda o poco più. Eppure, qualche giorno fa il fisico Sergio Focardi, professore emerito dell’università ‘Alma Mater’ di Bologna, insieme all’imprenditore Andrea Rossi, ha fornito a giornalisti e fisici la prova concreta che essa funziona.
“Quello che abbiamo messo in atto all’interno della Gm System (azienda di Andrea Rossi, partner e inventore del reattore) è il frutto di studio e applicazione - ha spiegato Focardi a e-gazette -. Ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia vita alla fusione fredda. Rossi mi ha contattato qualche anno fa e siamo arrivati a un risultato: produrre energia attraverso la reazione nucleare ottenuta con nichel e idrogeno, anziché con deuterio e palladio, come Fleishmann e Pons e gli altri scienziati che hanno portato avanti la fusione fredda”.
Unici al mondo a credere alle potenzialità di questo tipo di reazione effettuata con nichel e idrogeno, ignorati dalla comunità scientifica internazionale, Focardi e Rossi hanno condotto esperimenti continui arrivando “a riscaldare per diverso tempo alcuni ambienti grazie alla nostra tecnologia”, spiega il fisico nucleare.
L’esperimento è stato realizzato con un’apparecchiatura relativamente semplice, composta da un catalizzatore di energia, un cilindro nel quale vi è una piccola cella contenente nichel e idrogeno e da un riscaldatore, che innesca la reazione: “già a 60-70 gradi - illustra Focardi - e una volta avviata la reazione si autoalimenta”.
Il risultato è notevole: “per un kilowattora speso se ne producono 200”.
Le potenziali applicazioni di questa tecnologia sono vaste, spiega ancora Focardi: da fonte di riscaldamento domestica, il calore generato potrebbe in teoria essere veicolato in una centrale termoelettrica, oppure la tecnologia utilizzata potrebbe costituire il motore di un impianto di cogenerazione.
Di certo c’è che sia il professore che l’imprenditore bolognese credono molto nel successo della loro idea, divenuta brevetto “in corso di commercializzazione - ammette Focardi -. Andrea Rossi è impegnato in questi giorni a incontrare potenziali acquirenti”. L’interesse, evidentemente, c’è, anche se il fisico si trincera dietro a un no comment. Ma poi ipotizza: “quello che oggi è stato prodotto in piccola scala potrebbe essere applicato a livello industriale. Siamo di fronte alla strada dell’energia dell’umanità”.

venerdì 28 gennaio 2011